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Celleno

Il borgo fantasma nel cuore della Tuscia viterbese

Celleno – Il borgo fantasma – Cosa vedere

In provincia di Viterbo, ad appena 30 minuti d’auto dal Lago di Bolsena, c’è un borgo fantasma che da qualche anno attira moltissimi turisti.

Si tratta di Celleno, una ghost town nostrana arroccata su uno sperone di tufo a 350 metri s.l.m.

Innanzitutto, è facile abbinare Celleno alla ben più nota Civita di Bagnoregio, ma i due borghi sono totalmente diversi.

Mentre Civita di Bagnoregio è tuttora abitata – anche se gli abitanti si contano davvero sulle dita di due mani – Celleno Vecchia è a tutti gli effetti un borgo fantasma.

Per conoscere meglio Celleno, iniziamo dal nome, che deriva probabilmente da “cella”, nel senso di grotta. Questo perché, se si potessero visitare in sicurezza tutte le zone del paese, si vedrebbero tutta una serie di cunicoli sotterranei che collegano tra loro le varie parti del borgo.

C’è però anche chi fa risalire il nome a Celeno, una delle tre sorelle arpie della mitologia greca cantate da Omero nell’Odissea, creature con il volto di donna e il corpo di uccello.

 

Un po’ di storia

Celleno – Il borgo fantasma – Cosa vedere

Le origini di Celleno sono molto antiche e probabilmente il primo insediamento risale al X-XI secolo, quando la zona era di proprietà dei Conti di Bagnoregio. Passò poi sotto il Comune di Viterbo e di mano in mano, prima sotto il dominio della famiglia Gatti, poi degli Orsini, fino a far parte dello Stato Pontificio.

Ma veniamo alla storia più recente.

Una serie di fenomeni atmosferici, terremoti ed epidemie, ma soprattutto la lenta erosione delle rocce, hanno fatto sì che la vita all’interno del borgo fosse seriamente compromessa, tanto che nel 1951, l’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi si trovò costretto ad emanare un’ordinanza che obbligava i cittadini ad abbandonare Celleno Vecchia per spostarsi in un luogo più sicuro.

Fu così che a poco più di un chilometro di distanza, prese vita Celleno Nuova.

Il vecchio borgo di Celleno, spopolato, abbandonato e triste, si stava decisamente lasciando andare, riempendosi di erbacce e decadendo di giorno in giorno sempre di più. Tutto fino al 2018, quando un gruppo di abitanti decise di recuperare quello che rimaneva delle loro origini e di non lasciare cadere in rovina l’antico borgo, che attualmente è sotto la tutela del FAI, il Fondo Ambiente Italiano.

Quello che vediamo oggi, quindi, è il frutto di tanta dedizione di cure attente. Il risultato non è certo discutibile.

Sicuramente, però, a qualcuno di voi verrà spontanea una domanda: cosa ci sarà mai di così bello da vedere in un borgo fantasma?

A parte il fatto che a me piacciono tantissimo e che appena posso ne scovo qualcuno di nuovo, se siete curiosi di conoscere la risposta, seguitemi e alla fine di questo articolo non avrete più dubbi, perché Celleno è in assoluto uno dei borghi fantasma più carini che ho visto.

 

Celleno Vecchia

Celleno – Il borgo fantasma – Cosa vedere

Iniziamo la nostra visita a Celleno Vecchia da Piazza del Mercato, chiamata anche “Il Torracchio” che, come suggerisce il nome, era uno dei principali luoghi di scambio.

La vicina chiesa di San Rocco, nell’omonima piazzetta, fu edificata nel 1500 e intitolata al Santo che doveva proteggere la popolazione dalle pestilenze che avevano colpito pesantemente la zona in quegli anni.

Tra le chiesette dell’antico borgo, è l’unica in cui ancora vengono officiati i riti religiosi.

Da qui saliamo lungo Via del Ponte (decisamente scenografica) e attraversiamo Porta Vecchia.

Celleno – Il borgo fantasma – Cosa vedere

Via del Ponte

Subito dopo ci ritroviamo nella piazzetta del paese, Piazza del Comune, sulla quale si affacciano il castello, del quale parleremo ampiamente più tardi, e la chiesa di San Carlo.

Celleno – Il borgo fantasma – Cosa vedere
Celleno – Il borgo fantasma – Cosa vedere
Celleno – Il borgo fantasma – Cosa vedere

Chiesa di San Carlo e Castello Orsini

La chiesa di San Carlo, venne costruita nel 1615 soprattutto grazie all’ingente contributo degli abitanti di Celleno. Oggi della chiesa rimangono solamente i muri esterni e il campanile, caratteristico per il suo orologio senza numeri.

Sicuramente, in questo piccolo borgo, quello che non può passare inosservato è il castello.

Il Castello Orsini, ovviamente circondato da un caratteristico e immancabile fossato, è stato da sempre al centro della vita del paese, prima abitato dai conti dai quali ha preso il nome, poi dai funzionari dello Stato Pontificio. In tempi più recenti, invece, è stato sede del comune di Celleno ed utilizzato anche come scuola.

Nel 1973, quando il borgo era ormai deserto, il castello è stato acquistato da Enrico Castellani, un famoso pittore, che ha apportato una serie di migliorie e vi ha abitato fino alla morte, nel 2017.

La vicina chiesa di San Donato, invece, è intitolata al patrono del paese e risale al periodo medievale, anche se nel corso dei secoli ha subito numerosi rifacimenti, fino ad essere completamente abbandonata nel 1941.

Tutto intorno edifici abbandonati, ma arricchiti da particolari che li rendono in qualche modo vivi, come se quei luoghi fossero ancora abitati.

Basta semplicemente una bicicletta appoggiata a quel che resta dell’ufficio postale o un vaso di fiori ad abbellire un angolo di un vecchio edificio per rendere tutto meno triste e malinconico.

Celleno – Il borgo fantasma – Cosa vedere

Poste Telegrafi

Ma se tutto questo è davvero caratteristico, il colpo d’occhio più bello lo si ha secondo me quando ci si lascia alle spalle il borgo e ci si immerge, almeno con lo sguardo, nel panorama della Tuscia viterbese.

Celleno – Il borgo fantasma – Cosa vedere

Santa Maria in Aracoeli

Celleno è decisamente un posto magico, che vi consiglio assolutamente di visitare se state attraversando la Tuscia o se vi siete divertiti a scoprire i murales di Sant’Angelo di Roccalvecce.

Un borgo spettrale, ma che però non ha assolutamente niente di inquietante, anzi, dà veramente un grande senso di tranquillità e di pace.

Quando ci siamo andati noi, poi, c’era solo una manciata di turisti, quindi il mio consiglio non può essere diverso: andateci assolutamente, ma se potete evitate i periodi troppo affollati. Il borgo è piccolo e rischiereste di non godervelo al meglio.

 

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