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Costiera Amalfitana

Da Positano a Vietri, due giorni da sogno in Costiera

Costiera Amalfitana – Itinerario – Cosa vedere

Da tanto tempo pensavo di organizzare una vacanza nella Costiera Amalfitana, a mio avviso una delle più belle zone d’Italia.

Ma quando andare?

Potendo scegliere, volevo evitare periodi troppo affollati o stagioni troppo calde. Insomma, doveva essere in un momento dell’anno fuori dall’alta stagione e per un periodo di tempo che mi permettesse di vedere con calma tutto quello che volevo. Più facile da dirsi che da farsi.

Così, per una ragione o per l’altra, la Costiera Amalfitana è rimasta per anni un sogno nel cassetto. Ma proprio in questo strano 2020, quando abbiamo abbandonato l’idea di una vacanza all’estero, il cassetto si è aperto e in una tranquilla domenica di settembre siamo saliti in auto alla volta di Salerno.

 

Costiera Amalfitana

Costiera Amalfitana – Itinerario – Cosa vedere

La Costiera Amalfitana, che si estende tra Punta Campanella e Salerno, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità nel 1997.

Di tutti i paesi che ne fanno parte, abbiamo deciso di visitarne solo alcuni, probabilmente i più conosciuti e soprattutto i più facili da raggiungere.

Questo perché, nonostante i paesi siano collegati tra loro dalla SS 163, una bellissima – ma anche stretta e tortuosa – strada panoramica, abbiamo deciso di lasciare riposare l’auto e di spostarci esclusivamente con i mezzi pubblici… e molto spesso anche a piedi.

Come base abbiamo scelto Salerno, città che non avevamo mai visto e che già da tempo attirava la mia attenzione, ben collegata ai paesi della Costiera da bus e traghetti, che in questo periodo dell’anno operano ancora a pieno ritmo.

Ho pensato a questo itinerario come ad un itinerario unico, che si può interrompere in qualsiasi punto per poi essere ripreso il giorno dopo.

Tempo ideale stimato?

Così come l’ho pensato io, alternando traghetti, bus e lunghe passeggiate, possono bastare tranquillamente due giorni. Se poi volete aggiungere anche un po’ di relax in spiaggia, allora tre giorni sono l’ideale.

 

1° giorno

Positano – Amalfi – Atrani – Ravello – Minori – Maiori

Costiera Amalfitana – Itinerario – Cosa vedere

La nostra prima giornata in Costiera non può che iniziare alla grande.

Sveglia all’alba, carichi come molle, alle 8.30 siamo al porto, pronti per imbarcarci sul traghetto che ci porterà a Positano, il primo dei paesi della Costiera, quello più vicino a Sorrento e quindi più distante da Salerno.

Come sempre quando si sceglie di raggiungere una località via mare (noi lo facciamo spesso quando andiamo alle Cinque Terre), una delle cose più belle è il susseguirsi di paesini colorati che si alternano lungo la costa.

Vietri, Cetara, Erchie… Conca dei Marini, Praiano…  Positano si avvicina sempre di più. Ci siamo!

In un’ora e venti siamo a destinazione.

 

Positano

Costiera Amalfitana – Itinerario – Cosa vedere

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Già a vederla dal mare lo si capisce molto bene.

Positano è la città verticale, che si può visitare solo se si è disposti a faticare un po’ perché, si sa, il mondo è fatto a scale e Positano non fa di certo eccezione.

Di Positano si hanno notizie già dal I secolo d.C. e fin dai tempi dei Romani è stata una rinomata località di villeggiatura.

Figuriamoci poi dagli inizi del Novecento, quando Positano è diventata una delle mete più ambite dai personaggi celebri di tutto il mondo. Attori, scrittori, registi, pittori e intellettuali facevano a gara per avere la loro casa a Positano o anche solo per trascorrere qui qualche giorno di vacanza.

Ma veniamo a noi.

A Positano non ci sono tante cose da vedere, il bello è proprio passeggiare per le sue viuzze e curiosare tra i coloratissimi negozi di artigianato.

Non a caso, la famosa Moda Positano è conosciuta in tutto il mondo e non potrete fare a meno di perdervi tra i caratteristici negozietti di abbigliamento e quelli che confezionano sandali su misura.

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Cammina, cammina, cercando di resistere il più possibile alla tentazione di comprare di tutto, arriviamo alla chiesa di Santa Maria Assunta.

 

Chiesa di Santa Maria Assunta

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Impossibile non notare già da lontano la bellissima cupola colorata, ricoperta di maioliche gialle, verdi e blu.

In realtà – lo scopriremo durante questa vacanza – le cupole maiolicate, più o meno grandi, più o meno colorate, sono una caratteristica dei paesi della Costiera.

Ma se l’esterno colpisce, l’interno non è da meno.

Il primo sguardo va all’immagine della Madonna Nera col Bambino, che si trova sopra l’Altare Maggiore.

A questa immagine è legata la leggenda della fondazione di Positano.

Pronti ad ascoltare?

 

Narra la leggenda…

Nel XII secolo una nave proveniente da Oriente che trasportava l’icona della Madonna andò in avaria proprio al largo di queste coste.

I marinari, che si trovarono costretti a rifugiarsi nella baia, udirono una voce sconosciuta che diceva: “Posa, posa”.

La voce venne interpretata come il desiderio della Vergine di rimanere in quel luogo, così l’equipaggio raggiunse la costa e lasciò il quadro agli abitanti del piccolo borgo marinaro, i quali edificarono una chiesa per custodirlo ed elessero la Madonna protettrice del paese.

Da quel momento, il paese prese il nome di Positano.

 

Più verosimilmente, l’icona venne portata qui dai Monaci Benedettini che nel XII secolo occupavano il Convento di Santa Maria adiacente alla chiesa e si pensa addirittura che la stessa chiesa sia stata costruita nel X secolo e non, come vorrebbe la leggenda, nel XII.

Comunque sia, l’intero complesso visse anni di grande splendore fino al XV secolo, quando i monaci lo abbandonarono per paura dei predoni. Fu solo alla fine del 1700, dopo diversi rifacimenti e restauri, che Santa Maria Assunta riacquistò la sua gloria e tuttora è una delle chiese più famose d’Italia.

 

E’ il momento di tornare al porto perché il traghetto che ci porterà ad Amalfi sta per arrivare.

Ma proprio mentre guardiamo il mare…

Vedi anche tu quelle isole laggiù?

 

Arcipelago De Li Galli

Costiera Amalfitana – Itinerario – Cosa vedere

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Le tre isolette che si vedono al largo di Positano sono il Gallo Lungo, la Rotonda e l’Isola Dei Briganti, chiamata anche la Castelluccia.

Insieme formano l’Arcipelago De Li Galli, famoso perché, secondo la leggenda, proprio su queste isole si trovavano le sirene che ammaliavano i marinai.

Solo poche persone riuscirono a resistere al loro canto e soprattutto al loro fascino: Ulisse, che per non cedere si fece legare all’albero della nave, e gli Argonauti, di cui parleremo più avanti.

Ora prendiamo il traghetto che ci porta ad Amalfi, altra perla della Costiera Amalfitana.

 

Amalfi

Costiera Amalfitana – Itinerario – Cosa vedere

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Siamo ad Amalfi, il paese che dà il nome all’intera Costiera e che è stato fondato da un gruppo di soldati romani naufragati durante un viaggio per Costantinopoli.

La fama e la ricchezza di Amalfi sono indissolubilmente legate al mare.

Nota per essere stata una delle quattro Repubbliche Marinare insieme a Pisa, Venezia e Genova, deve il suo splendore proprio al commercio marittimo.

Ad Amalfi sono state emanate anche le famose Tavole Amalfitane, il primo codice marittimo italiano che risale all’XI secolo ed è rimasto in vigore per ben 500 anni. Ora le Tavole Amalfitane sono custodite gelosamente all’interno del Municipio.

Tra i personaggi legati alla città, invece, ricordiamo Flavio Gioia, nato e vissuto ad Amalfi nella seconda metà del 1200 ed inventore della bussola magnetica.

Dopo queste premesse quasi d’obbligo, andiamo a scoprire Amalfi.

Iniziamo dal Duomo.

 

Duomo di Sant’Andrea

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Il Duomo è il simbolo indiscusso di Amalfi, quello che appare in ogni immagine, cartolina o sito internet che ricordi la città.

Purtroppo al momento è in ristrutturazione, quindi, almeno esternamente, dobbiamo accontentarci dei pannelli che lo rivestono, ma che riproducono esattamente la facciata della chiesa.

Certo, vedere dal vivo il mosaico di Cristo Benedicente in Trono che si trova nel frontone, sarebbe stata un’altra cosa.

L’attuale Duomo è nato dall’unione di due chiese: la Basilica del Crocifisso, costruita intorno alla metà del IX secolo su un tempio preesistente, e un’ulteriore chiesa edificata nel 987 per volere del Duca Mansone I.

Nei secoli seguenti, l’intero complesso subì svariate aggiunte e altrettanti rifacimenti.

Il suo stile, o forse sarebbe meglio dire il suo insieme di stili, è inconfondibile.

Se la facciata è in stile arabeggiante, il campanile, aggiunto nel XII secolo, è stato costruito in stile romanico, mentre l’interno è decisamente barocco.

Basta chiacchiere, saliamo i 62 scalini e andiamo a visitare il Duomo.

Biglietto alla mano, entriamo subito nel Chiostro del Paradiso, un vero gioiello, costruito nella seconda metà del 1200 per ospitare le tombe delle famiglie più in vista di Amalfi. Nessuna foto può esprimere appieno la bellezza di questo chiostro, con i meravigliosi archi intrecciati a sesto acuto e le palme che danno un tocco esotico.

Poi si scende nella Cripta, per altro bellissima, dove sono custodite le spoglie di Sant’Andrea, protettore della città. La statua del santo, affiancata da Santo Stefano e San Lorenzo, è opera di Pietro Bernini.

La visita, termina all’interno del duomo, ovviamente molto ricco, visto lo stile barocco che prevale.

Assolutamente niente da dire, il Duomo di Amalfi vale tutta la vacanza in Costiera.

 

Adesso girovaghiamo un po’ senza meta.

 

Passeggiando per Amalfi

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Aggirandosi tra le viuzze e le piazzette, salendo le scale (per fortuna anche scendendole) e curiosando tra le botteghe, si incontrano quasi per caso angoli nascosti e pittoreschi.

Il Rione Vagliendola è il quartiere più tipico, quello dove si respira un’aria più “vera” e si vive la quotidianità di questo paese che era una delle maggiori potenze marinare e che ora è uno dei luoghi turistici più ambiti al mondo.

Lungo Via Pietro Capuano, precisamente in Piazzetta Santo Spirito, c’è una fontana che cattura la nostra attenzione. E’ la Fontana Cap ‘e Ciuccio, caratteristica per il presepe nell’acqua.

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Prima del 1974, quando venne costruito il presepe, nella fontana si abbeveravano gli asini che scendevano dalla Valle delle Ferriere. Da qui il nome di Cap ‘e Ciuccio, testa d’asino.

Anche qui, come nella più nota Fontana di Trevi, basta gettare un soldino perché i desideri si avverino.

Proseguiamo ancora, tra negozi di souvenir e di prodotti tipici, fino ad arrivare al Museo della Carta.

 

Museo della Carta

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Che Amalfi sia stata una grande potenza lo sanno tutti, si impara nei banchi di scuola fin da bambini. Quello che pochi sanno è che ad Amalfi era fiorente l’industria della carta.

Apprendendo i segreti dagli arabi, con i quali avevano intensi rapporti commerciali, gli amalfitani rimasero fino al XVIII secolo grandi e rinomati produttori di carta. Poi, come spesso succede, le macchine subentrarono agli artigiani e oggi di quel fiorente passato rimane il Museo della Carta, che ha la sede all’interno di un mulino da carta, appunto, un mulino del 1350 che si ritiene essere il più antico d’Europa. E noi che siamo andati fino a Zaanse Schans

Ci spostiamo di nuovo verso il mare, dove si trova l’Arsenale.

 

Arsenale

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L’Arsenale ci riporta ai tempi in cui Amalfi era una grande potenza militare. Qui la flotta navale prendeva vita, era il cantiere nel quale venivano costruite le imbarcazioni.

La struttura è quella originaria e al suo interno è allestito il Museo della Bussola e del Ducato Marinaro, che ripercorre i fasti della città.

 

A questo punto possiamo ritenere conclusa anche la visita di Amalfi.

La prossima tappa è Atrani e vogliamo arrivarci a piedi. L’avevo detto che avremmo camminato parecchio e questo è solo l’inizio.

Guardando proprio in direzione di Atrani, alzando un po’ la testa, si vede una torre, la Torre dello Ziro.

 

Torre dello Ziro

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Proprio tra Amalfi e Atrani, sul Monte Aureo, non si può fare a meno di notare la Torre dello Ziro, un’antica fortezza nella quale fu imprigionata la Duchessa di Amalfi Giovanna la Pazza.

Ma cosa aveva combinato di così grave Giovanna la Pazza? Ebbene, la sua colpa era quella di essersi innamorata del suo maggiordomo, di sicuro poco gradito ai fratelli, tanto che la donna venne lasciata morire di stenti nella fortezza insieme ai propri figli.

 

Atrani

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Per arrivare ad Atrani a piedi ci sono due alternative: seguire la SS 163 o utilizzare il comodissimo tunnel pedonale.

Il mio personale consiglio è quello di utilizzare il tunnel pedonale che dal Rione Vagliendola di Amalfi porta direttamente ad Atrani, in prossimità del garage Luna Rossa.

Questo perché la SS 163 è stretta, trafficata e senza marciapiede. Sicuramente il tunnel non sarà panoramico quanto la strada, ma è di certo più sicuro. Soprattutto si evita un tratto di galleria particolarmente pericoloso, buio e dove le auto sfrecciano in entrambi i sensi.

Ma parliamo un po’ di Atrani.

Proprio per la loro vicinanza, le storie di Atrani e Amalfi sono strettamente collegate.

Importante porto già nel VI secolo, assunse anche il titolo di “civitas”, cioè di città-stato. Occupata prima dai Normanni, poi dagli Svevi, dai Francesi e dagli Spagnoli, fu più volte saccheggiata e distrutta.

Nonostante sia stata spesso offuscata dalla più famosa Amalfi, Atrani detiene un primato: con i suoi 0,1206 kmq è il paese più piccolo d’Italia. Il più piccolo, ma anche uno dei più belli, chiuso tra le montagne e a picco sul mare.

 

Le chiese di Atrani

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Una delle chiese più importanti di Atrani, e forse di tutta la Costiera, è sicuramente San Salvatore De Birecto, costruita nel 940. Per molti anni al suo interno venivano incoronati i Dogi. Durante la cerimonia veniva posto loro il berretto sul capo e proprio da questa usanza deriva il nome della chiesa.

Atrani è piccolina, ma le chiese non mancano.

La Collegiata di Santa Maria Maddalena, che domina il borgo, è stata costruita nel 1247 come ringraziamento alla Madonna per aver liberato Atrani dai Saraceni, mentre sul Monte Aureo, sotto la Torre dello Ziro, c’è la chiesa di Santa Maria del Bando, edificata nel X secolo e raggiungibile grazie ad un centinaio di ripidi scalini.

 

Atrani è anche il paese della madre di Masaniello, il carismatico rivoluzionario napoletano che nel 1647 guidò il popolo nella famosa “Rivolta dei Fichi” contro gli esattori del Governo Vicereale Spagnolo, i quali avevano imposto l’aumento dei dazi sulla frutta. Una ripida scalinata porta alla casa della madre, mentre nella famosa Grotta di Masaniello si rifugiò il capopopolo ricercato dai soldati.

 

Adesso siamo davanti a un bivio: come raggiungere Ravello? Con l’autobus o a piedi? Considerando che Ravello si trova più in altro rispetto ad Atrani, per questa volta scelgo la comodità. Vada per il bus.

 

Ravello

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Bastano più o meno 30 minuti di autobus per raggiungere Ravello. Altro che passeggiata in salita!

Infatti, a 350 metri slm, Ravello è un po’ la Corniglia delle Cinque Terre. Una posizione elevata per un panorama da favola.

Nel IX secolo alcune nobili famiglie di Amalfi, in contrasto con il governo dei Dogi, si trasferirono a Ravello, costruirono imponenti abitazioni e resero quello che era un piccolo borgo un importante centro anche a livello culturale.

Per prima cosa, diamo un’occhiata al Duomo, costruito nell’XI secolo e intitolato a Pantaleone, particolarmente venerato da queste parti perché il suo sangue è miracoloso al pari di quello di San Gennaro. L’ampolla con il sangue è custodita nella cappella vicina all’altare e ogni 27 giugno i fedeli attendono il miracolo della liquefazione.

Dopo qualche foto al panorama dalla terrazza della piazza, è il momento di entrare a Villa Rufolo.

Villa Rufolo, costruita nel XIII secolo è in una posizione ottimale. Infatti, più che la villa stessa, è il bellissimo parco che attira i turisti offrendo scorci meravigliosi sulla costa.

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Chi non ha mai visto questa “cartolina”?

Non c’è che dire, la terrazza di Villa Rufolo merita tutta la fama che ha e chi definisce questo parco una piccola Alhambra non sbaglia sicuramente.

Dopo aver ispezionato in lungo e in largo ogni angolo della villa, ci concediamo anche un breve giro per Ravello.

Breve perché Ravello non è sicuramente una metropoli, ma è davvero carina.

Adesso che si fa?

Lo so! Andiamo a Minori a piedi.

 

Da Ravello a Minori

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Da Ravello, con una passeggiata di circa 45 minuti, si raggiunge Minori.

A dire la verità, questo sentiero inizia da Amalfi, passando per Atrani e Ravello, e termina a Minori. Da qui, il Sentiero dei Limoni porta a Maiori.

Noi potremmo prendercela comoda e salire su uno dei bus che collega i vari paesi, ma ve l’avevo detto che oggi si camminava… e questo è solo l’inizio.

 

Dove inizia il sentiero che da Ravello porta a Minori?

Tornate verso la fermata dei bus e proseguite dritto fino a questa casa con la ringhiera vede.

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Scendete e da qui iniziate a contare gli scalini. Sono circa 1000, ma non scoraggiatevi, il sentiero non è per niente faticoso e gli scalini – non a caso – sono quasi tutti a scendere.

Magari, però, non fate come abbiamo fatto noi ed evitate le ore più calde.

Pochi minuti a piedi e si attraversa la frazione di Torello.

Costiera Amalfitana – Itinerario – Cosa vedere
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E’ curioso notare quante cappelle e quante minuscole chiesette si incontrano.

Panorama bellissimo. Guardando indietro verso Ravello, l’unica nota stonata (il gioco di parole è involontario) é probabilmente l’Auditorium Oscar Niemeyer, una costruzione fin troppo moderna per integrarsi con le meraviglie della Costiera. Ma soprassediamo e concentriamoci sul percorso.

2,4 km tra il verde, piante di limoni e di fichi, scorci mozzafiato. Devo dire che probabilmente questo sentiero fatto in senso contrario mi avrebbe creato qualche problema, ma da Ravello a Minori è più che fattibile, anche per chi come me non è allenato.

Soprattutto, non abbiate paura di perdervi, perché ci sono sempre le indicazioni per Minori o Ravello.

Intanto Minori si avvicina.

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Minori

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Minori, che in passato si chiamava Rheginna Minor per distinguersi da Rheginna Maior, l’attuale Maiori, era abitata fin dall’antichità, addirittura fin dal I secolo d.C.

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Nella basilica di Santa Maria Trofimena sono custodite le reliquie della santa che per anni è stata la patrona dell’intera Costiera Amalfitana. I resti della santa siciliana, originaria di Patti, vennero ritrovati in una cassa nei pressi di Minori, lungo la costa. Il corpo venne fatto trasportare in città da due giovenche e nel punto nel quale queste si fermarono, venne costruita la chiesa.

Minori non mi è piaciuta particolarmente, ma è forse il paese più “vero” tra quelli che abbiamo visitato fino ad ora.

Visto che siamo qui, e soprattutto visto quello che ci aspetta, conviene fare rifornimento di zuccheri. Quale occasione migliore per assaggiare le prelibatezze della famosa pasticceria di Salvatore de Riso?

Adesso siamo in forze e pronti per un’altra bella camminata lungo il Sentiero dei Limoni che ci porterà a Maiori.

Per sapere tutto sul Sentiero dei Limoni, cliccate qui.

 

Dopo quasi un’ora di scalini e saliscendi, Maiori è all’orizzonte.

 

Maiori

Costiera Amalfitana – Itinerario – Cosa vedere

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Siamo arrivati a Rheginna Maior, fondata dagli etruschi nel VII secolo e in buona parte ricostruita a metà del secolo scorso dopo che un alluvione la devastò quasi completamente.

Proprio perché il Sentiero dei Limoni termina nelle vicinanze, iniziamo la visita di Maiori dalla Collegiata di Santa Maria al Mare. La chiesa, che ci colpisce subito per la bellezza della cupola maiolicata, è stata costruita nel XIII secolo sul monte Torina per ospitare la statua di una Madonna lignea trovata avvolta in una balla di cotone in mezzo al mare.

Proseguendo lungo Via Santa Scala, si incontra subito un’altra importante chiesa di Maiori, la Chiesa di San Rocco, costruita nel 1793 sulle rovine di una precedente chiesa dedicata a San Sebastiano.

Siamo a due passi dal corso principale del paese, ma invece di tornare verso il porto saliamo un po’, ma giusto qualche passo, fino a Palazzo Mezzocapo, prima residenza del Marchese Mezzocapo e oggi sede del Comune.

Uno sguardo ancora più in su ed eccolo là, il Castello di Thoro Piano che domina dall’alto la città e insieme alle torri visibili ancora oggi, aveva nei secoli passati un evidente scopo difensivo.

 

Un’occhiata all’orologio e realizziamo che si sta facendo tardi, è il caso di tornare a Salerno. Visti gli orari dei traghetti (ovviamente il nostro è partito da pochissimo), optiamo per il bus.

Devo ammettere che ho fatto scelte migliori in vita mia, ma non potevo fare diversamente. Pur non soffrendo l’auto, è stato uno dei viaggi peggiori della mia vita. Diciamo che la strada stretta e i tornanti non mi hanno fatto proprio godere appieno del panorama. Se non altro so già che domani a Cetara andrò via mare.

Per il momento, mi consolo con una pizza e tanto meritato riposo.

 

2° giorno

Cetara – Vietri sul Mare

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Tutto sommato ieri è stata una giornata abbastanza impegnativa. Più di 2000 scalini la maggior parte sotto il sole, senza parlare dell’esperienza in autobus. Oggi ce la prendiamo con più calma, ma non troppa, però. Non sarebbe nel mio stile.

Colazione e subito verso il porto.

Prima tappa: Cetara.

 

Cetara

Costiera Amalfitana – Itinerario – Cosa vedere

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Siamo a Cetara, un piccolo borgo di pescatori famoso per la colatura d’alici, nato nel IX secolo quando un gruppo di pirati saraceni lo scelse come base.

L’attività principale di Cetara è sempre stata la pesca. Non a caso, il suo nome deriva da cetaria, che significa tonnara, e oggi Cetara è l’unico paese della Costiera Amalfitana che ha un’importante flotta di barche per la pesca d’altura.

Però non è solo la pesca dei tonni a rendere prospera Cetara, ma anche quella delle alici. Ed è proprio dalle alici messe a maturare in appositi contenitori di legno che si ricava la famosa e buonissima colatura, per la quale Cetara è famosa ovunque.

A proposito, prima di andare via dobbiamo assolutamente comprarne un po’.

Ma adesso passeggiamo per il borgo.

 

A spasso per Cetara

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La prima cosa che salta all’occhio arrivando dal mare, è la Torre Vicereale, costruita nel XIV secolo con lo scopo di difendere non solo Cetara, ma anche gli altri borghi della Costiera, dalle incursioni dei pirati. Oggi al suo interno è allestito il Museo Civico.

Lasciamo il porticciolo e imbocchiamo Corso Garibaldi.

Sulla nostra destra, ecco la Chiesa di San Pietro, dedicata al protettore del borgo. La chiesa, costruita nel IX secolo, si nota fin da lontano sia per la sua cupola maiolicata che per il campanile, alto 18 metri. Se la facciata è davvero sobria, l’interno in stile barocco è decisamente più sfarzoso. Proprio una bella chiesa.

Proseguendo lungo il corso, sulla sinistra, preceduta da una terrazza, c’è la Chiesa di San Francesco, che faceva parte di un più ampio complesso, che comprendeva il convento, oggi sede del Comune.

Girovaghiamo ancora un po’, fino alla fermata dell’autobus in Corso Umberto I.

Ci rimane da visitare l’ultimo paese della Costiera, Vietri sul Mare, collegato a Cetara dal bus 5120. Tratto breve, appena 15 minuti, solo 6 km. Ce la posso fare.

Comunque lo sapevo: le case arroccate, i pescherecci al porto, la Torre Vicereale e le chiese fanno di Cetara il mio borgo preferito.

 

Vietri sul Mare

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Il borgo della Costiera Amalfitana più vicino a Salerno è famoso in tutto il mondo per le sue ceramiche.

L’origine di Vietri, almeno quella leggendaria, è legata a Giasone e agli Argonauti. Alla ricerca del vello d’oro, furono catapultati qui da un Eolo particolarmente adirato. Colpito dalla bellezza di questo luogo, Giasone decise di fondare una città.

In realtà, Vietri venne fondata in epoca etrusca.

Appena scesi dall’autobus, ci troviamo subito di fronte ad una terrazza panoramica. Il primo impatto non è per niente male.

Ma, lo abbiamo detto, Vietri è famosa per le ceramiche e ogni angolo ce lo ricorda.

Costiera Amalfitana – Itinerario – Cosa vedere

Così, passeggiando e curiosando nei tantissimi negozi di ceramiche, arriviamo al Duomo.

 

Chiesa di San Giovanni Battista

Costiera Amalfitana – Itinerario – Cosa vedere

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La chiesa, famosa soprattutto per la sua cupola ricoperta da maioliche verdi, gialle e azzurre, è stata costruita nel XVII secolo nel punto più alto del centro storico.

La facciata è molto bella, decorata, nella parte più alta, da una ceramica che raffigura San Giovanni Battista e sullo sfondo Vietri.

Purtroppo, l’interno era in ristrutturazione e non abbiamo potuto visitarlo come avremmo voluto. Solo uno sguardo affacciati sulla soglia, ma meglio che niente.

Di fianco al Duomo c’è un altro importante edificio religioso, l’Arciconfraternita della Santissima Annunziata e del Santissimo Rosario. Anche la facciata di questo edificio è decorata da bellissime e colorate ceramiche.

 

Una cosa è certa: non si può lasciare Vietri senza visitare almeno una delle tante botteghe di ceramica o addirittura il Museo Provinciale della Ceramica, allestito all’interno di Villa Guariglia.

Sempre a proposito di ceramiche, passeggiando per Vietri è impossibile non notare l’edificio che ospita la sede della Ceramica Artistica Solimene, dove le ceramiche vengono prodotte ancora con metodi tradizionali.

Costiera Amalfitana – Itinerario – Cosa vedere

Oggi, tutto sommato, non abbiamo camminato molto. Perché non tornare a Salerno a piedi? La strada non è sicuramente impegnativa e almeno in questo modo potremo dare un’ultima occhiata alla costa.

Proprio mentre torniamo verso Salerno, lungo Corso Umberto I notiamo il bellissimo ingresso alla Villa Comunale, il parco della città decorato da ceramiche che ricorda molto il famoso Parc Guell di Barcellona.

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Intanto parliamo un po’ di spiagge.

Una delle più famose spiagge di Vietri è La Crespella, delimitata da due torri.

Ma perché ve ne parlo? Per i due scogli di fronte, I Due Fratelli.

 

Gli Scogli ‘e Frate

Costiera Amalfitana – Itinerario – Cosa vedere

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I due faraglioni al largo di Vietri sono chiamati Scogli ‘e Frate e il loro nome è legato ad una leggenda.

Due fratelli separati dalla nascita si ritrovarono a combattere l’uno contro l’altro, uno dalla parte dei saraceni e l’altro da quella dei normanni. Si riconobbero solo in punto di morte quando, aggrappati a questi scogli prima di essere risucchiati dalla corrente, notarono impresso nei loro scudi lo stemma di famiglia.

 

E tra una chiacchiera e un’altra, eccoci qua, siamo arrivati a Salerno.

Oggi pomeriggio ci godiamo ancora un po’ la città e domani facciamo la nostra capatina annuale (lo so, non solo annuale) a Napoli. Voglio dedicarmi completamente al Rione Sanità. Non che non ci sia mai stata, ma ho proprio voglia di tornare.

Nei prossimi giorni ci sposteremo verso la Basilicata e la Puglia. Matera, il Salento e la Valle d’Itria ci aspettano.

 

Ripensando alla Costiera…

Costiera Amalfitana – Itinerario – Cosa vedere

I due giorni sono passati velocissimi.

Inutile soffermarci sulla bellezza della Costiera. Se arrivano turisti da tutto il mondo per visitarla, un motivo ci sarà pure.

Mi sento di dare solo un consiglio: se decidete anche voi di trascorrere qualche giorno qui, abbandonate l’idea dell’auto. I paesi sono tutti ben collegati tra loro dai bus della SITA, che raggiungono anche Napoli, Sorrento e Salerno. Nel periodo estivo, poi, anche i traghetti e gli aliscafi sono particolarmente frequenti e vi eviteranno code interminabili sulla Statale.

Inoltre, i prezzi dei parcheggi sono davvero esorbitanti. Altro motivo che ci ha fatto optare per i mezzi pubblici.

D’altro canto, se soffrite l’auto (ma anche se non la soffrite), viaggiare con i bus potrebbe essere un po’… impegnativo (parola di chi non aveva mai avuto problemi fino ad ora).

Il mio consiglio è quello di prediligere il traghetto. E’ vero che i prezzi sono più alti, ma il panorama è mozzafiato e i tempi di percorrenza sono simili, se non addirittura inferiori.

Insomma, la Costiera Amalfitana è assolutamente da vedere e i mezzi pubblici sono sicuramente il mezzo più comodo ed economico per farlo.

 

 

 

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