Penisola di Reykjanes
La deriva dei continenti
Islanda – Penisola di Reykjanes – Cosa vedere – Itinerario
La Penisola di Reykjanes fa parte a tutti gli effetti dell’Islanda del Sud e occupa la parte sud-occidentale dell’isola.
Dell’Islanda meridionale in generale parleremo meglio nei prossimi giorni, oggi tutta la nostra attenzione sarà canalizzata su campi lavici, solfatare, sorgenti termali e pozze di fango. Un paesaggio lunare nel mezzo dell’oceano.
Per fortuna, la Penisola di Reykjanes non è stata ancora presa troppo di mira dai turisti, fatta eccezione per alcune sue parti, Laguna Blu in testa.
Nel 2015, data la sua particolare geologia, questa penisola è stata dichiarata Geoparco Globale ed è sotto tutela dell’UNESCO.
Dal punto di vista vulcanico, la zona è particolarmente attiva, tanto che proprio in questi mesi è tornata alle luci della ribalta grazie all’eruzione del vulcano Fagradalsfjall.
Quindi sbrighiamoci, perché mi sa proprio che oggi ne vedremo delle belle!
01° giorno – 30/08/2023
Islanda – Penisola di Reykjanes – Cosa vedere – Itinerario
Per la nostra prima giornata in Islanda, abbiamo in programma tantissime cose da vedere, quindi partiamo di buon’ora e approfittiamone finché il tempo resiste, anche perché l’incognita del meteo ci accompagnerà per tutta la vacanza.
Tra le attrazioni della Penisola di Reykjanes c’è Reykjanesfolkvangur, una riserva naturale di ben 300 kmq, ed è proprio lì che stiamo per andare.
Reykjanesfolkvangur
Islanda – Penisola di Reykjanes – Cosa vedere – Itinerario
A pochissimi chilometri dalla capitale islandese, poco meno di un’ora d’auto, si incontra questa bellissima riserva naturale.
I punti di maggiore interesse all’interno del Reykjanesfolkvangur sono tre: il lago Kleifarvatn, l’area geotermica di Setlun e le scogliere di Krysuvikurberg.
Kleifarvatn
Islanda – Penisola di Reykjanes – Cosa vedere – Itinerario
Il Kleifarvatn è un lago profondo quasi 100 metri, alimentato da sorgenti calde sommerse.
Un sentiero costeggia il lago circondato da una distesa di sabbia nera.
Ne percorriamo una buona parte in auto, fermandoci nei punti panoramici più significativi.
Ascoltate!
Si narra che nelle acque del lago viva un mostro, un essere serpentiforme grande quanto una balena. Certo, qui starebbe decisamente stretto, ma un’occhiata circospetta è d’obbligo.
Risaliamo in auto e guidando lungo la Statale 42, ci ritroviamo immersi in un paesaggio quasi lunare, circondati da rocce laviche nere.
Stiamo attraversando l’area geotermica di Setlun.
Area geotermica di Krysuvik-Setlun
Islanda – Penisola di Reykjanes – Cosa vedere – Itinerario
Un sistema di passerelle rialzate si snoda tra solfatare, sorgenti termali e pozze di fango incandescenti.
I colori variano dal giallo al rosso, l’odore di zolfo è molto intenso.
Mi ricorda un po’ lo Yellowstone, ma qui è tutto più raccolto, tanto che il giro dura appena una mezz’ora.
Non lontano c’è Grænavatn, un bellissimo lago verde formatosi in un cratere, raggiungibile solo con il fuoristrada. Di sicuro non è il caso di azzardare, quindi andiamo verso le Scogliere di Krysuvikurberg.
Scogliere di Krysuvikurberg
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Per arrivare alle scogliere, dalla strada principale seguite le indicazioni per Krysuvikurbjarg, sulla sinistra.
Krysuvikurberg è il posto ideale per gli amanti del birdwatching, ma anche se settembre non è propriamente il mese indicato, siamo comunque contenti di essere arrivati fin qui, fosse solo per il panorama.
Area geotermica di Gunnuhver
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L’area geotermica di Gunnuhver è una delle più attive di tutta l’Islanda.
Infatti, intorno a noi ci sono tantissime fumarole, il vapore viene sprigionato dal sottosuolo e l’odore di zolfo è fortissimo.
Avete mai sentito parlare di Gunna?
No? Mettetevi comodi che vi racconto la sua storia.
Gunna era un fantasma. Il fantasma di una donna vissuta all’inizio del 1700.
Gunna abitava nella casa di un avvocato. Un giorno la donna smise di pagare l’affitto e il proprietario della casa, come pegno, prese per sé l’unico bene che la donna aveva: una pentola. Gunna non prese molto bene quel gesto ed impazzì, rifiutandosi di mangiare e bere, fino al punto di morire.
Durante il funerale, proprio al momento della sepoltura, i presenti udirono una voce che diceva: “non c’è bisogno di scavare tanto in profondità, non prevedo di starci a lungo”.
Era Gunna che parlava. O meglio, era il fantasma di Gunna.
Il giorno seguente, l’avvocato venne trovato morto. Gunna si era vendicata, ma questo era solo l’inizio, perché nel giro di poco altre persone morirono e in molti impazzirono, tanto che venne chiamato un esorcista, che trovò immediatamente la soluzione.
Tutto più semplice del previsto: sarebbe bastato un gomitolo di lana per sconfiggere Gunna.
Il fantasma avrebbe dovuto afferrarne un’estremità, mentre l’altro capo sarebbe stato lanciato dentro la caldera di un vulcano.
E fu proprio quello che successe.
Gunna, incuriosita, seguì il filo del gomitolo e finì dritta dritta nel cratere.
Da qui il nome di quest’area geotermica.
Chissà se Gunna si aggira ancora da queste parti…
Certo è che noi siamo venuti fin qui più che altro per vedere il Faro di Reykjanesviti, perché i fari sono la mia passione e saranno la vostra condanna durante tutta la vacanza.
Pensate che a causa della difficoltà di navigazione intorno alla Penisola di Reykjanes, solo in questa zona sono stati costruiti 13 fari.
Li vedremo tutti?
Non credo, ma intanto lasciamo da parte per un attimo crateri e fumarole e concentriamoci sul faro.
Faro di Reykjanesviti
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Il faro di Reykjanesviti si trova appunto all’interno dell’area geotermica di Gunnuhver.
Per raggiungerlo bisogna lasciare la strada 425 e imboccare una strada non asfaltata e anche un po’ stretta, che si apre in mazzo a spettacolari campi di lava.
Dopo circa un chilometro, ecco comparire il faro, che si trova proprio sulla punta occidentale della Penisola di Reykjanes.
Dal parcheggio parte un sentiero che in appena cinque minuti porta ai piedi del faro.
Sapete che Reykjanesviti è il faro più vecchio d’Islanda? E’ stato costruito nel 1878, ma qualche anno più tardi, a causa di un forte terremoto, il farò crollò.
Quando venne ricostruito, però, vennero rispettati totalmente i canoni originali.
Il faro è alto 31 metri e attualmente il custode abita ancora al suo interno.
Adesso saliamo di nuovo in auto. Dove andiamo? …alla deriva!
Bridge Between Continents
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Siamo in uno dei posti più frequentati della zona, dove si può distinguere nitidamente la faglia che separa la placca euroasiatica da quella americana.
Dal parcheggio, basta una passeggiata di qualche minuto per raggiungere il ponte.
Sì, perché il Bridge Between Continents è un vero e proprio ponte pedonale lungo 15 metri, che collega le due placche tettoniche.
Pensate che ogni anno, le placche si allontanano di circa 2 cm.
Qui la distinzione tra le placche è molto netta, evidenziata anche dallo stesso ponte, che di per sé non è niente di eccezionale, ma dà la possibilità di attraversare la faglia e di vederla dal centro.
Abbiamo scandagliato in lungo e in largo buona parte della Penisola di Reykjanes e adesso è arrivato il momento di cambiare genere. Andiamo a Reykjavik.
Se siete curiosi di scoprire Reykjavik insieme a noi, cliccate qui.
Conclusioni
Islanda – Penisola di Reykjanes – Cosa vedere – Itinerario
La Penisola di Reykjanes merita indubbiamente una visita.
Nonostante sia vicinissima all’aeroporto e a Reykjavik, questa zona non è troppo battuta dai turisti. Il che, ci ha permesso ovviamente di goderci in tutta tranquillità questa prima giornata.
In realtà, quando abbiamo iniziato a progettare questa vacanza, avevamo pensato di passare qui l’ultima giornata, ma poi, considerati gli orari dei voli, i piani sono cambiati e alla fine è andata bene così.
La penisola è facilissima da raggiungere con un mezzo proprio, ma è un po’ più complicato se si decide di utilizzare i mezzi pubblici.
Tutte le attrazioni sono comunque ben segnalate.
Ma c’è una cosa che appositamente non abbiamo fatto.
Se decidete di concedervi un po’ di relax, proprio nella Penisola di Reykjanes si trova la famosa Laguna Blu. Noi abbiamo preferito evitare, perché ci è sembrata fin da subito troppo “finta”, artificiale e soprattutto affollata. Meglio approfittare di qualcosa di meno artefatto e sicuramente durante la vacanza non mancheranno le occasioni.
Comunque, tra vulcani, fumarole, sorgenti termali, scogliere e fari, la prima giornata qui in Islanda è volata e l’impatto con quest’isola è stato decisamente positivo.
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