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In bicicletta nella regione del Waterland

Edam, Volendam, Monnickendam e Marken

Waterland in bicicletta

Ancora una volta voglio raccontarvi di una delle mie poche ma intense esperienze in bicicletta.

Dopo il Tony Knowles Coastal Trail in Alaska e il San Francisco – Sausalito, questa volta tocca alla regione del Waterland essere protagonista della mia avventura.

A dire la verità, se andiamo in ordine cronologico, questa è stata la mia prima esperienza, la prima volta che ho noleggiato una bici.

Ormai lo sapete, io e le due ruote siamo universi paralleli, ma ci sono itinerari che è impossibile tralasciare, soprattutto se si è in Olanda.

E così, nel lontano 2011, durante un soggiorno ad Amsterdam ho pensato: perché non noleggiare la bici per esplorare la regione del Waterland?

Prati verdi, canali, polder, mulini a vento a pochi km da Amsterdam sono l’ideale per una soleggiata giornata settembrina.

Forza, in sella!

Come immaginerete, noleggiare una bici in Olanda e approfittare delle numerosissime piste ciclabili è una cosa molto comune. I percorsi sono ben segnalati e le mappe si trovano in tutti gli uffici turistici e nei noleggi di biciclette.

Il percorso che abbiamo scelto noi parte da Edam, tocca Volendam, Monnickendam e termina a Marken. In tutto una ventina di km, percorribili in definitiva in poche ore.

Edam

Waterland in bicicletta

Edam, la cittadina che abbiamo scelto come punto di partenza per la nostra gita in bicicletta, è facilmente raggiungibile da Amsterdam in autobus. Le linee che collegano Edam alla capitale sono diverse e in circa 30/40 minuti si è a destinazione. 

Avrete sicuramente sentito parlare centinaia di volte di Edam, perché questo delizioso borgo è conosciuto e rinomato per il famoso formaggio, l’Edam o Edammer, appunto, quello avvolto nella tipica cera rossastra.

Qui ogni cosa parla inevitabilmente di formaggio: i tipici negozietti, il Museo del Formaggio, Jan Nieuwenhuizenplein, la piazza dove si tiene il tradizionale mercato e dove si trova la Kaaswaag, l’antica pesa pubblica.

Il centro storico di Edam è delizioso, con i canali attraversati da ponti levatoi. Un panorama inusuale per noi, ma decisamente caratteristico.

A passeggiare per le stradine silenziose e tranquille non sembrerebbe, ma in un passato non poi tanto lontano, Edam è stato uno dei porti commerciali più importanti dell’Olanda.

Ora Edam è un villaggio tranquillo, soprattutto in questo periodo dell’anno, quando i turisti che di solito lo affollano, si sono diradati.

Adesso che abbiamo scandagliato in lungo e in largo Edam, e ovviamente ne abbiamo approfittato anche per assaggiare un po’ di formaggio, possiamo proseguire verso Volendam.

Costeggiamo i canali, facciamo amicizia con gli animali comodamente sdraiati sui prati, ci fermiamo per scattare foto.

In realtà il tragitto è breve, sono ancora fondamentalmente sorridente ed entusiasta per la nuova esperienza, non ho idea della fatica che mi aspetta.

In tutta tranquillità arriviamo a Volendam.

 

Volendam

Waterland in bicicletta

Affacciata sul Lago Ijsselmeer c’è Volendam. Sì, lo so, avete l’impressione di essere affacciati direttamente sul mare, ma l’ Ijsselmeer è un lago, o meglio, un’ampia insenatura chiusa su un lato da una diga.

Questo antico villaggio di pescatori è diventato nel tempo molto turistico, ma vale comunque la pena visitarlo.

Il caratteristico porticciolo e le casette colorate che vi si affacciano rendono questo villaggio una meta imperdibile per chi visita l’Olanda.

A Volendam c’è anche un museo, il Museo di Volendam, appunto. Se avete un po’ di tempo a vostra disposizione, potete approfittarne per conoscere meglio la storia di questo villaggio di pescatori.

Ma c’è un’altra cosa che bisogna assolutamente fare se si passa da Volendam: assaggiare il panino con l’aringa affumicata.

Avrei mai potuto lasciarmi scappare un’occasione simile? 

Soddisfatta (perché il panino l’ho mangiato solo io, ovviamente!), risalgo in sella alla bici pronta per la prossima tappa: Monnickendam.

Per arrivare superiamo i mulini a vento,

pedaliamo costeggiando prati verdi

e pur di prendere fiato fingo interesse anche per le mucche che sembrano non accorgersi assolutamente della nostra presenza.

Però quanto vento! Le insidie iniziano a fare capolino. Il vento contro, le marce da regolare… e chi aveva mai regolato delle marce prima di oggi! L’ultima volta che sono salita su una bici, aveva ancora le rotelle. Non sono proprio portata. Non sarebbe stato meglio prendere un autobus? Ci sarà un motivo perché questi paesini sono tutti magistralmente collegati tra loro da mezzi pubblici!

Tra una sosta e l’altra, un lamento e l’altro, passa quasi un’ora, ma finalmente raggiungiamo Monnickendam.

 

Monnickendam

Waterland in bicicletta

Monnickendam è il capoluogo della regione del Waterland e deve il suo nome ai monaci benedettini che costruirono una diga proprio qui vicino.

Mettiamo almeno per un po’ la bici a riposo (…la bici, certo!) e godiamoci una passeggiata lungo il porticciolo.

Non a caso, le tipiche imbarcazioni e i pescherecci sono una delle maggiori attrazioni della cittadina. 

A partire dalla metà del 1300, Monnickendam acquistò grande importanza in ambito commerciale. La sua posizione la rendeva un punto strategico per lo scambio di merci, furono costruiti numerosi cantieri navali e un gran numero di essiccatoi, alcuni dei quali ancora in funzione.

Anche il centro storico non è niente male, con la Speeltoren, la Torre dell’Orologio, la Grote Kerk, la pesa pubblica e l’immancabile museo. La Speeltoren è l’unico degli edifici ad essere rimasto intatto nonostante i numerosi incendi che nel corso dei secoli colpirono la città e ora al suo interno si trova un interessante museo.

Con il senno di poi, Monnickendam è forse la cittadina che mi è piaciuta di più, la meno turistica, quella da cui mi aspettavo meno, ma la più “vera”. 

Forza, è il momento di riprendere la bici, il tempo stringe e dobbiamo raggiungere Marken.

 

Marken

Waterland in bicicletta

Per raggiungere Marken bisogna percorrere una strada costeggiata dal mare. Sì, perché Marken è in realtà un’isoletta. Un’isoletta di pescatori, ovviamente.

Ma non è sempre stato così. Fino al XIII secolo, infatti, Marken faceva parte a tutti gli effetti della terraferma poi, a causa di tempeste e alluvioni, il lembo di terra venne isolato (è proprio il caso di dirlo) dal resto della regione. Solo nel 1957 venne costruita la strada che collega tuttora Marken al continente.

Questo è stato probabilmente il tratto più faticoso, con il vento che soffiava da ogni parte.

Per la prima parte si costeggia l’IJsselmeer, per la seconda praticamente lo si attraversa.

D’altro canto il paesaggio, anche se monotono, è comunque bellissimo e la prospettiva che avremmo raggiunto presto Marken (le tipiche casette si stavano avvicinando) mi ha dato la spinta per resistere ancora un po’.

Durata del tragitto? Forse 45 minuti, sicuramente non di più, ma per me interminabili. 

Pedala, pedala, tra una lagna e l’altra, siamo finalmente arrivati a Marken.

Marken, caratteristica e turistica allo stesso tempo. Botteghe artigianali e negozi di souvenir si alternano rendendo piacevole la passeggiata nel borgo.

Marken sembra quasi un villaggio rimasto fermo nel tempo. Le casette in legno colorate con le caratteristiche facciate dipinte prevalentemente di verde e nero, gli zoccoli, fiori nei balconi. Tutto quello che è tipico dell’Olanda, qui c’è. 

Gli abitanti si adoperano in ogni modo per mantenere vive le tradizioni, le botteghe artigianali sono un invito per i turisti e i locali lungo il porto sono diventati una vera e propria attrazione.

In attesa del traghetto, poi, sono anche un’ottima alternativa al venticello che ormai si è definitivamente alzato. 

Eh, sì, perché è proprio arrivato il momento di lasciare Marken e si pone la grande domanda: come tornare a Edam? Bus o traghetto? Ovviamente di ritornare in bici non se ne parla neanche.

Optiamo per il traghetto che collega Marken a Volendam.

Lo consiglio anche a voi, perché se Volendam già mi era piaciuta molto, vederla dal mare è stato ancora più bello. 

Da Volendam risaliamo in sella alla bici fino a Edam. Dieci minuti interminabili, ma finalmente restituiamo la bici e torniamo alla fermata dell’autobus che ci riporta a Amsterdam.

Bellissima giornata, sicuramente abbiamo fatto un’esperienza nuova, ma non sono mai stata così contenta di salire su un autobus.

 

Conclusioni

L’escursione che abbiamo scelto noi è sicuramente adatta a tutti, anche ai più ostili alla bici come me. Se ce l’ho fatta io…

Il paesaggio è ovviamente pianeggiante, ma ricordatevi sempre che se in Olanda ci sono tanti mulini a vento è perché c’è tanto vento… che ovviamente nel mio caso è stato per la maggior parte a sfavore.

Lo rifarei? Certo, ma la prossima volta imparerei prima a regolare le marce!

 

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