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Dachau

Non solo gli orrori della guerra

Dachau – La città e il campo di concentramento

Pensando a Dachau, la mente corre subito agli orrori del campo di concentramento.

Ma Dachau non è solo quello.

E’ anche una deliziosa cittadina alle porte di Monaco, facile da raggiungere e che vale la pena di visitare.

Visto l’argomento molto delicato e per non cadere nella retorica, in questo articolo troverete solo le informazioni per organizzare al meglio la visita al campo di concentramento di Dachau e scopriremo insieme la cittadina colorata e accogliente che non ha niente a che vedere con le mostruosità degli anni passati.

Iniziamo dal campo di concentramento.

 

Il campo di concentramento – La storia

Dachau – La città e il campo di concentramento

Quello di Dachau è stato il primo campo di concentramento della Germania.

Nel marzo del 1933, Himmler decise di aprire il campo di concentramento di Dachau – il primo campo di concentramento della Germania – nel luogo in cui si trovava una vecchia fabbrica di munizioni.

Inizialmente, venivano imprigionati a Dachau solamente gli oppositori tedeschi del regime fascista, ma come andò a finire lo sappiamo tutti.

Dal 1937 il campo venne ampliato in modo da poter contenere un numero sempre maggiore di detenuti.

Chi non moriva per le atrocità commesse, moriva per le epidemie, che ovviamente erano dovute al sovraffollamento e alle scarsissime condizioni igieniche.

Basti pensare che il campo era stato costruito per contenere circa 6.000 detenuti e in alcuni momenti ne conteneva addirittura 32.000 contemporaneamente.

Nel 1940 fu aperto il primo forno crematorio e da quel momento partì l’ambizioso “progetto” di sterminare totalmente tutti gli oppositori del regime fascista, di qualunque luogo e di qualunque nazionalità fossero. Già da qualche anno, infatti, a Dachau erano numerosi i Sinti, i Rom e ovviamente gli ebrei.

Nel 1944 venne costruito l’edificio che conteneva 4 nuovi forni crematori e la camera a gas, secondo alcuni mai utilizzata, ma di questo non se ne ha prova in nessun senso.

Gli orrori andarono avanti fino al 29 aprile 1945, quando gli alleati liberarono il campo.

Si stima che a Dachau siamo morte circa 41.500 persone, ma il numero esatto non si saprà mai.

La visita

Dachau – La città e il campo di concentramento

Per visitare il campo di concentramento considerate circa 2,30 h / 3,00 h.

Dalla fermata del bus, percorrete il vialetto che porta davanti al famoso cancello con la scritta “Arbeiit macht frei”.

Dachau - Cosa vedere - Come arrivare

Lungo il percorso, pannelli illustrativi introducono alla visita, partendo da quando qui si trovava la vecchia fabbrica, fino alla deportazione dei prigionieri.

 

Gli edifici degli orrori

L’edificio che si trova all’ingresso, quello proprio sopra al cancello, è il Jourhaus, la sede principale delle SS.

Spostandoci verso destra, si inizia la visita dall’Edificio di Manutenzione, costruito dagli stessi prigionieri tra il 1937 e il 1938.

All’interno è allestita la mostra che illustra la triste storia di Dachau dal 1933 in poi.

I pannelli illustrativi, chiari e semplici, ci accompagnano lungo tutto il percorso.

Tra reperti, oggetti e documenti, si attraversano tutte le sale, raggiungendo anche la Sala Shunt, dove i prigionieri venivano registrati appena arrivati e dove erano costretti ad abbandonare tutti i loro effetti personali.

Subito dopo, venivano portati nei bagni, dove venivano lavati, spogliati e rasati.

Dietro c’è il Bunker, la prigione di isolamento: celle minuscole dove i prigionieri erano costretti a rimanere in piedi per tutto il tempo della loro permanenza.

Dachau - La città e il campo di concentramento

Uscendo, ci si ritrova nel Piazzale dell’Appello, dove tutti i giorni, per due volte al giorno, venivano radunati i prigionieri.

Non importa se faceva troppo caldo o troppo freddo, se nevicava o la pioggia era battente. L’appello, di solito lunghissimo, era un appuntamento fisso.

 

In questo grande spiazzo, oggi si trova il Monumento Internazionale, che commemora tutti i detenuti morti a Dachau.

 

Le baracche

Un’altra cosa che a me ha da sempre impressionato tantissimo sono le baracche, o meglio, i loro perimetri, identificati da pietre sul terreno.

In effetti, tutte le baracche originali sono state demolite, mentre le due che vediamo oggi sono ricostruzioni fedelissime agli originali.

Fino al 1938, i prigionieri vivevano in baracche di pietra che facevano parte del complesso dell’ex fabbrica di munizioni.

Ogni baracca aveva cinque dormitori, ognuno dei quali conteneva 54 prigionieri.

Nel 1938 venne terminata la costruzione delle nuove 34 baracche.

Ognuna di queste era virtualmente divisa in quattro parti, chiamate Stuben.

 

Gli Stuben a loro volta comprendevano i dormitori e una stanza dove i prigionieri trascorrevano le giornate. Ogni due Stuben c’erano i bagni in comune.

Dachau - La città e il campo di concentramento
Dachau - La città e il campo di concentramento
Dachau - La città e il campo di concentramento

Percorrendo il viale alberato che si apre tra i perimetri delle baracche, si raggiungono i luoghi di culto delle diverse religioni, tutti costruiti dopo la liberazione del campo.

Al centro c’è la cappella dell’Agonia Mortale di Cristo, sulla sinistra la chiesa protestante della Riconciliazione e sulla destra il Memoriale Ebraico, mentre più defilata c’è la cappella Russo-Ortodossa.

L’ultima cosa da vedere, non certo per importanza, sono i forni crematori.

Per arrivare, bisogna attraversare un piccolo ponticello, alla sinistra della chiesa protestante.

Un piccolo piazzale e due edifici.

Il più piccolo è quello al cui interno si trova il primo forno crematorio, mentre nell’altro ci sono i quattro forni costruiti successivamente e la camera a gas.

Credo che questo sia in assoluto il momento più sconvolgente e toccante.

Con questa zona, abbiamo concluso la visita del campo di concentramento che – ricordiamolo – rimase attivo per ben 12 anni.

 

Biglietto d’ingresso e orari di apertura

Dachau – La città e il campo di concentramento

L’ingresso al campo di concentramento di Dachau è gratuito e vengono messe a disposizione del visitatore audioguide in diverse lingue.

Il campo è aperto tutti i giorni dalle 09:00 alle 17:00, tranne il 24 dicembre.

 

Ovviamente tutto il percorso è particolarmente impressionante ma, come ho accennato all’inizio dell’articolo, oggi Dachau non è solo l’orrore che abbiamo visto fino ad ora.

Così, prima di fare ritorno a Monaco, perché non raggiungere a piedi la città?

 

La città di Dachau

Dachau – La città e il campo di concentramento

Dachau è una cittadina alle porte di Monaco, con un piacevole centro storico che di solito non viene visitato proprio perché chi si reca a Dachau lo fa principalmente per il campo di concentramento.

Nonostante le prime notizie di Dachau risalgano all’805, è tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, che Dachau ebbe il suo periodo di massimo splendore.

Fu proprio in questi anni che molti artisti la scelsero come luogo dove abitare, nel quale potevano esprimere al meglio la propria arte.

Poco più di un paese, ma qui le cose da vedere sono tante.

Passeggiando per il centro storico, ci si imbatte innanzitutto nella chiesa di St. Jakob.

St. Jakob

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La chiesa dedicata a San Giacomo Maggiore è stata ricostruita all’inizio del 1600 nel luogo dove prima si trovava un altro edificio di culto, esteticamente molto diverso da quello che vediamo oggi.

Dachau - La città e il campo di concentramento

Nella facciata bianca spicca la bellissima meridiana e il campanile ottagonale svetta con i suoi 44 metri di altezza.

 

Il centro storico

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Tra i coloratissimi edifici del centro storico spiccano su tutti il Municipio, costruito nel 1486 e riedificato all’inizio del 1600, riconoscibile dalla facciata rossa e la nota Raufferhous, costruita alla fine del 1800, che per circa tre anni fu lo studio di Ludwig Thoma, noto scrittore bavarese.

Dachau - La città e il campo di concentramento
Dachau - La città e il campo di concentramento

Una breve camminata verso la cima della collina e si raggiunge il castello, in stile rinascimentale, che inizialmente era la dimora dei Conti di Dachau.

E se il giardino merita di essere visto, quello che toglie davvero il fiato è il panorama.

Lo sguardo arriva fino a Monaco e nelle giornate limpide si possono vedere addirittura le Alpi.

Dachau - La città e il campo di concentramento

Poco lontano dal castello, c’è la Wasser Turm, la Torre dell’Acqua, che serviva per rifornire d’acqua la città dal 1910 al 1969.

Non c’è che dire, questa deliziosa città è una tappa super consigliata per chi visita Monaco e ha a disposizione almeno tre giorni.

Oltretutto è facilissima da raggiungere.

A proposito, siete pronti per qualche informazione pratica?

 

Come arrivare a Dachau

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Dachau si trova a pochi km da Monaco ed è facilmente raggiungibile in metropolitana, ma anche con i treni della DB.

Dalla Stazione Centrale di Monaco (Hauptbahnhof), dovete prendere la S2 in direzione: Dachau / Petershausen / Altomunster.

In circa 20 minuti sarete a Dachau.

Per raggiungere il campo di concentramento, prendete il bus 726, che parte proprio di fronte alla stazione.

La direzione è Saubachsledlung e la fermata KZ-Gedenkstatte, la settima a partire dalla stazione.

Raggiungerete il campo in meno di 10 minuti.

Se invece volete prima raggiungere la città, dalla stazione prendete il bus 719 o in alternativa con una breve passeggiata di una ventina di minuti al massimo, sarete in centro.

Se avete acquistato la CityTourCard, non avete problemi per i trasporti, perché nel biglietto è compreso, oltre al trasferimento in metropolitana o in treno, anche quello in autobus a Dachau.

 

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